Non sappiamo ancora cosa sia, ma il nuovo dispositivo di OpenAI sarà rivoluzionario
OpenAI e Jony Ive sono a lavoro su un nuovo dispositivo basato sull’Intelligenza Artificiale che sarà affiancato a PC e smartphone.
Tutto è iniziato qualche anno fa quando OpenAI, la società che ha sviluppato il noto chatbot ChatGPT, ha acquistato per un valore di 6,5 miliardi di dollari io: una società di progettazione di dispositivi elettronici fondata da Jony Ive. Ive è un nome molto noto nel campo del design dei dispositivi: fino al 2019, infatti, ha curato prodotti come Mac, iPod e iPhone sotto l’egida di Steve Jobs.
Qualche giorno fa i due hanno annunciato al mondo, attraverso un video in forma di chiacchierata postato su YouTube, di star lavorando insieme quindi ad un nuovo dispositivo. Non è ben chiaro cosa sarà nello specifico, e parecchie delle informazioni che circolano si fondano perlopiù su rumors e indiscrezioni, ma stando a quanto dichiarato dai due principali artefici sarà rivoluzionario, al punto da segnare un nuovo modo di approcciarsi ai dispositivi che utilizziamo quotidianamente.
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Cosa hanno detto Jony Ive e Sam Altman sul nuovo dispositivo
Il CEO di OpenAI e Ive si incontrano in un bar di San Francisco come due amici che si sono dati appuntamento di fronte ad un caffè. Da qui, una lunga chiacchierata di 9 minuti tra i due ci aiuta a capire (anche se non fino in fondo) cosa sta per accadere nel mondo dell’Intelligenza Artificiale.
«Penso che abbiamo l’opportunità di reimmaginare completamente cosa significa usare un computer», dice la voce fuori campo all’inizio del video. Ivy parla poi della fusione tra io e OpenAI. «Formata con la missione di cercare capire come creare una nuova famiglia di dispositivi che permetta alle persone di utilizzare l’IA per creare cose meravigliose», incalza Altman.
Altman ha poi raccontato di aver già utilizzato un prototipo per provarlo e “viverci” e lo ha definito: «lo strumento tecnologico più fico che il mondo abbia mai visto». Altman lo definisce, inoltre, un «incredibile cervello esterno», come avere accesso ad un team di persone geniali, ognuna nel proprio campo, che potrebbe renderci «due o tre volte» più produttivi rispetto a prima.
I due hanno poi fatto un esempio pratico di cosa accade oggi. Se dovessimo chiedere qualcosa a ChatGPT ora, spiega Altman, dovrei abbassarmi, prendere un computer, lanciare il browser, aprire il sito, digitare un prompt dettagliato… «È il limite dei laptop attuali». Questo perché, aggiunge Ivy, i dispositivi che oggi utilizziamo per interagire con l’Intelligenza Artificiale sono tecnologie «vecchie di decenni». Il video poi si conclude, con una scritta che annuncia che le due aziende (OpenAI e io) condivideranno il loro lavoro l’anno prossimo.
Cosa sappiamo sul nuovo dispositivo di OpenAI
Come era prevedibile, l’annuncio ha incuriosito esperti del settore e appassionati, con una caccia all’indiscrezione e alla teoria più plausibile. Ad oggi, le informazioni più affidabili sembrano essere quelle ottenute in esclusiva dalla testata americana Wall Street Journal.
Secondo quanto appreso dal quotidiano statunitense, che ha parlato con alcuni dipendenti di OpenAI, il dispositivo non avrà uno schermo, sarà piccolo tanto da poter essere portato in tasca. Questo ha dissipato già una prima parte di supposizioni, che pensavano in realtà ad un paio di occhiali intelligenti - o comunque un dispositivo classificabile come wearable - come quelli già presenti sul mercato di diversi brand noti.
Rimbalza da più parti anche la parola «companion», usata per definire il nuovo gioiellino di OpenAI. lasciando intuire quindi che si tratterà di qualcosa che potrebbe far parte della vita quotidiana degli utenti, “seguendoli” nelle varie attività.
Ad aggiungere qualche dettaglio, è intervenuto anche Ming-Chi Kuo un analista molto influente nel campo tech, noto anche per le sue “predizioni” in fatto di novità e lanci sul mercato. Ha chiarito alcuni dettagli tramite un post su X, ma ha aggiunto un tassello importante: «Avrà telecamere e microfoni per il rilevamento ambientale». Continua anche spiegando come le “physical AI”, ovvero la presenza dell’Intelligenza Artificiale nel mondo reale con dispositivi dedicati, sia uno dei trend da aspettarsi nei prossimi anni: sarebbe dunque plausibile se OpenAI puntasse ad inserirsi in questo filone, essendosi distinta fin dagli esordi proprio per lo sviluppo di AI e LLM (Large-Language Model) performanti e di successo.
Come annunciato dai diretti interessati (Jony Ive e Sam Altman) nel video, dovremo tuttavia aspettare il 2026 per avere qualche dettaglio in più, se non proprio l’annuncio ufficiale. Per il momento, dunque, possiamo solo immaginare.