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Il primo SMS della storia: com'è nata la tecnologia che ha cambiato per sempre il nostro modo di comunicare

Redazione MediaWorld27 NOVEMBRE 2025

Il 3 dicembre di 33 anni fa veniva mandato il primo SMS della Storia. Un piccolo testo che ha cambiato per sempre il nostro modo di comunicare.

Riusciresti ad immaginare un mondo dove non esistono chat, emoji, messaggi testuali e vocali? Probabilmente no. Eppure questo modo di comunicare è relativamente recente ed ha avuto inizio “solo” esattamente 33 anni fa. Il 3 dicembre 1992 infatti fu inviato il primo SMS della storia. Un piccolo testo da un cellulare ad un altro che recitava, in realtà, solamente due parole: ‘Merry Christmas’, ovvero Buon Natale. Cosa c’è dietro questa tecnologia apparentemente così semplice? E come si è evoluta negli anni? Vediamolo nel dettaglio in questo approfondimento.

Il primo SMS della storia, quello che recita «Merry Christmas», fu mandato da Neil Papworth, un ingegnere della divisione britannica della Vodafone, la compagnia telefonica con sede a Londra. Papworth stava lavorando già da diversi mesi ad un servizio sperimentale pensato per mandare brevi comunicazioni testuali tra cellulari. Da quella notte, il nostro modo di comunicare non è stato più lo stesso

Partiamo dalle basi. SMS è un acronimo che sta per Short Message Service, ovvero un servizio per messaggi brevi da scambiare tra telefoni cellulari. Questa tecnologia esplose tra gli anni Novanta e Duemila: a metà del 2004, ad esempio, si stimò un volume di traffico pari a 500 miliardi di SMS in tutto il mondo. Questo diede vita ad un fenomeno culturale e sociale che ha plasmato il modo in cui gli esseri umani comunicano. 

  • Bisogna tenere presente che l’SMS aveva un numero di caratteri limitati: per ogni messaggio era possibile usare un massimo di 160 caratteri. Un limite da non sottovalutare dato che l’invio di ogni singolo messaggio aveva un costo (in media tra i 15 e 20 centesimi) costringendo gli utenti a trovare metodi per risparmiare spazio. Questo quindi ha fatto sì che si sviluppasse un linguaggio specifico, tipico della generazione che ha vissuto il boom degli SMS tra gli anni Novanta e Duemila: abbreviazioni, uso della punteggiatura in modo creativo, anticipazione dei contenuti. I millennial ricordano sicuramente, ad esempio, la “x” usata al posto di “per”, la k che sostituiva il gruppo “ch”, l’eliminazione delle vocali e i primi smiley costruiti con i segni di punteggiatura. Era del tutto normale scambiarsi SMS costruiti, ad esempio, così: «Ciao tt bn?».
  • Un’altra consuetudine tipica di quegli anni era l’anticipazione delle risposte a domande prevedibili, in modo da risparmiare sull’invio di un intero messaggio, ad esempio: «K fai stasera? io vado al cinema». In un mondo senza spunte blu (al quale arriveremo più avanti), tuttavia, era difficile stabilire se il nostro contatto aveva ricevuto o meno il messaggio, per questo motivo si sviluppò l’abitudine di rispondere anche con un semplice “ok” a qualsiasi cosa, come conferma e presa visione. Immaginate infatti chiedere a qualcuno di uscire per un drink e non ricevere alcun tipo di risposta, non sapendo se quella persona ci fosse o meno.
  • Altro stratagemma, sempre in questo senso, era l’uso dello “squillo”, ovvero lasciar suonare il telefono per pochi secondi e staccare la telefonata prima che l’altro rispondesse: un modo di comunicare che non comportava alcun costo ma che serviva a dire “ok, ho visto, confermo”. 
  • Infine, è proprio in quegli anni che divennero popolari le prime emoji, formate semplicemente combinando i segni di punteggiatura come due punti, parentesi e trattini. La più nota e rappresentativa è sicuramente lo “smiley”, che comunicava felicità in semplicemente due caratteri: :)

> Conosci la storia delle emoji? L’abbiamo approfondita in questo articolo

L’evoluzione dei telefoni cellulari e l’avvento di Internet anche da mobile hanno fatto sì che questa forma di comunicazione attraversasse una serie di cambiamenti ed evoluzioni. Tastiere più spaziose (si passa al modello QWERTY), nessun limite di spazio, la velocità del web... sono tutti fattori che hanno contribuito alla parabola discendente dell’SMS tradizionale. Chat infinite in cui si può ora scrivere tutto per esteso includendo in unico messaggio periodi complessi e discorsi articolati, punteggiatura, allegare file e foto dal vivo hanno lasciato un po’ indietro l’SMS che viene utilizzato meno rispetto a qualche decennio fa. 

Anche se forse non è finito nel dimenticatoio tanto quanto pensiamo. Ad esempio (come riportato da Statista) in paesi come gli Stati Uniti si registrano ancora alti numeri di SMS inviati ogni giorno, dimostrando che le applicazioni di messaggistica sono sì utilizzate ma non hanno del tutto sostituito gli SMS che si rilevano ancora utili in molte situazioni quotidiane. Pensiamo ad esempio alle comunicazioni del nostro operatore telefonico, della banca o a fini di marketing. 


Le app di messaggistica: quali sono le più usate e cos’hanno in comune con gli SMS 

Whatsapp è nato nel 2009, e nei suoi 16 anni di storia si è guadagnata il titolo di app più utilizzata nelle comunicazioni. Si stimano oltre 2,3 miliardi utenti attivi al mese in tutto il mondo, con oltre 100 miliardi di messaggi inviati ogni giorno, ovvero 69 milioni di messaggi al minuto. Si tratta di dati esorbitanti, che rendono però l’idea della portata del fenomeno. Whatsapp e tutte le altre app di messaggistica (Facebook Messenger e Telegram sono tra le più utilizzate) ha sicuramente mutuato molto dagli SMS, non solo dal punto di vista tecnologico. La comunicazione testuale in brevi fumetti, un linguaggio nuovo (pensiamo alla possibilità di inviare emoji per ogni tipo di situazione) e la rapidità nell’inviare e ricevere comunicazioni importanti: tutti elementi che senza quell’SMS di Buon Natale inviato 33 anni fa non avrebbero mai visto la luce. 

Sicuramente, Internet ha contribuito a grossi passi avanti in questo senso con la nascita delle chat di gruppo in cui si può comunicare via messaggio con più persone contemporaneamente o ancora la nascita dei messaggi vocali, che permettono di mandare brevi comunicazioni audio in chat. La capillarità delle app di messaggistica non si limita ormai al solo telefono. Le possiamo utilizzare su diversi dispositivi come i tablet o gli smartwatch

Sai quanto vale il primo SMS della storia? 

Ti lasciamo con una piccola curiosità. Il valore del primo messaggino che l’essere umano si sia mai scambiato non è solo storico. Infatti, pochi anni fa, quel famoso «Merry Christmas» è stato acquistato in un’asta, proprio come accade per le opere d’arte. Nel 2021, infatti, una copia del primo SMS mandato da Papworth nel dicembre 1992 è stato battuto all’asta e acquistato per 132 mila euro. L’acquirente ha ricevuto la copia sotto forma di NFT.