Come funzionano gli schermi RGB-Mini LED: la retroilluminazione con led “grandi” meno di 100 micrometri
Una delle ultime innovazioni in fatto di schermi è la tecnologia RGB-Mini LED. Ma come funziona davvero? Proviamo a spiegartelo passo dopo passo in questo articolo.
Negli ultimi mesi del 2025, c’è una tecnologia per display che ha creato grande entusiasmo. Promette di rivoluzionare il modo in cui guardiamo le immagini attraverso gli schermi - soprattutto per i televisori - con colori, nitidezza e precisione finora inediti. Si tratta della tecnologia RGB-Mini LED. È il frutto di una lunga evoluzione delle tecnologie alla base dei nostri schermi, dai primi LCD ai mini LED che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni. Ora, gli RGB-Mini LED aprono a prospettive future ancor più promettenti. Vediamo nel dettaglio come funzionano dal punto di vista tecnico e qual è la resa delle immagini con questa nuova tecnologia.
L’evoluzione dei LED negli schermi tv
Per capire come si è arrivati a questo punto, facciamo un breve riepilogo di cosa ha significato l’avvento dei LED negli schermi e qual è, in linea generale, la tecnologia alla base. Le prime tv LCD arrivano sul mercato negli anni Ottanta, sebbene per lungo tempo gli schermi a tubo catodico rimasero quelli più diffusi nella popolazione in quanto erano più economici rispetto alle nuove tecnologie.
Come funziona la tv a cristalli liquidi? In maniera molto semplificata, si basa sulla retroilluminazione: la luce attraversa uno strato di cristalli liquidi e quando le molecole vengono elettrificate questi si allineano o ruotano per modulare la luminosità di ogni singolo pixel sullo schermo dando vita ad un’immagine. Gli schermi a LED hanno un funzionamento simile: sul retro dello schermo, infatti, sono presenti diverse “lucine” - i LED, appunto - grandi ed equidistanziate tra loro. Accendendosi e spegnendosi a seconda dell’impulso plasmano l’immagine che grazie ad un filtro colorato acquisisce diverse tonalità.
Alla fine del primo decennio degli anni Duemila ha fatto il suo ingresso sul mercato la tecnologia mini LED. Qui i led diventano più piccoli ma aumentano di numero e sono più vicini tra loro con il risultato di una risoluzione più ampia. Rimane il filtro che dà colore all’immagine, anche per bilanciare l’intensa luce blu che ne deriva.
Arriva l’RGB-Mini LED: come funziona
Torniamo adesso ai giorni nostri, e arriviamo alla novità del 2025: gli RGB-Mini LED. Cosa cambia rispetto alla tecnologia precedente? E quali sono i risultati in termini di resa delle immagini?
La tecnologia RGB-Mini LED è innovativa principalmente per due ragioni:
- la dimensione dei led stessi
- i colori dei led
Il primo punto è facilmente intuibile. Ogni singolo diodo raggiunge dimensioni quasi infinitesimali. Se i miniLED tradizionali si aggirano intorno ai 200-300 micrometri, l’RGB-Mini LED arriva a 100 micrometri (ovvero un milionesimo di metro, un metro diviso in un milione di parti).
Passiamo poi alla questione dei colori. Come abbiamo visto prima, finora i LED presenti negli schermi delle tradizionali tv erano in un certo senso dotati di luce propria ma si trattava di una luce semplicemente bianca o fredda. Il colore delle immagini visualizzate a schermo era dato da un filtro appoggiato sul tappeto di luci. Con i RGB-Mini LED le lucine sono già colorate. Come si intuisce dal nome, infatti, questi led minuscoli sono raggruppati in “cluster” RGB - rossi, gialli e blu - a seconda del colore che assumono in maniera indipendente l’uno dall’altro. Ogni cluster gestisce poi più pixel contemporaneamente. Il risultato è quindi uno schermo sì retroilluminato, ma già colorato. In pratica, è come se creassero già un’immagine in anteprima.
Come si vedono gli schermi con tecnologia RGB-MiniLED e perché è innovativa
In termini di resa delle immagini la differenza è sensibile. La tecnologia RGB-Mini LED rende le immagini più fedeli cromaticamente alla visione umana. L’eliminazione del filtro, infatti, riduce le perdite luminose e migliora l’efficienza generale. La luce modulata già in partenza con l’RGB permette di visualizzare uno spettro di colori più ampio, luminoso e vivido. Anche il comfort visivo ne risulta migliorato grazie a una minore emissione di luce blu che, com’è noto, affatica gli occhi. Il controllo indipendente di ogni singolo LED colorato riduce il cosiddetto blooming, ovvero l’alone di luce bianca intorno agli oggetti e migliora, infine, la profondità dei neri che invece era limitata nei classici LCD.
Al momento, questa tecnologia sarà sicuramente appannaggio di televisori di fascia alta come nel caso di Samsung visto a IFA 2025 o Hisense. Ma non si esclude che possa essere impiegata anche per altri schermi: s’immagini, ad esempio, gli schermi destinati al gaming, un mondo dove immagini vivide e perfettamente colorate possono fare la differenza nell’esperienza di gioco.